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Frattaminore. Dei quattro comuni sorti nelle immediate vicinanze di Atella, Frattaminore è il solo in Provincia di Napoli. Una produzione piccolo-industriale ed artigianale, soprattutto nel settore delle calzature, ha sostituito, negli ultimi due decenni, una già ridotta attività agricola. 
La denominazione di Frattarninore risale a poco più di cento anni addietro, quando nacque il comune omonimo. Essa fa eco al nome di Frattamaggiore, città vicina più nota e più grande. Il comune nasce dalla fusione dei casali di Frattapiccola e Pomigliano d'Atella. Nello stemma comunale, a significare il legame diretto con la Liburia atellana, figurano un pino mediterraneo ed un serpente, animale legato alla tradizione osca.Le origini di Frattapiccola risalgono alla seconda metà dei secolo XIII quando alcune famiglie che dimoravano nella odierna Fracta si spostarono nelle vicinanze dell'antico sito di Atella per costruire un nuovo villaggio che cominciò a chiamarsi Fractula e più tardi, intorno al 1282, Fractapicula, per distinguersi dall'altra Fracta che intanto aveva aggiunto l'aggettivo maior.
Nel 1500, a Frattapiccola, esisteva una chiesa intitolata a San Sebastiano sul cui luogo in seguito ne fu costruita una più grande, come ampliamento della stessa, dedicata a S. Maurizio; della vecchia chiesa di S. Sebastiano, funzionante come parrocchia fino al 1520, oggi se ne conserva ancora una parte individuabile nel locale della sagrestia.  Nella attuale chiesa di S. Maurizio, costruita intorno al 1550 vi si conservano lapidi con iscrizioni di illustri famiglie locali dei secoli XVII e XVIII, quelle degli Iovinella e dei De Ligorio (oggi Liguori) ad una stele romana in cui si legge una dedica agli dei Mani 'Dis manibus M. Amulli Epagathi lib primigeni' (Agli dei Mani di Marco Amulli Epagato, liberto della dea Fortuna Primigenia).Frattapiccola, con il suo castello circondato dal fossato, fu feudo a partire dal XIII secolo. 

Crispano è posizionata   al centro della fertilissima pianura campana, Campania Felix.  Questa circostanza ha fatto in modo,  sin dall’antichità,  che il suo territorio divenisse metà ambita di molte popolazioni, a partire dagli  etruschi, della  vicina  Capua,  dei  greci di Cuma  e delle genti pre-romane campane, tra cui gli osci ed i sanniti. Nel periodo longobardo registriamo  l’ascesa al soglio pontificio del  santo patrono di Crispano Gregorio Magno, ricordato, appunto, per l’opera di conversione alla fede cristiana dei longobardi. Gregorio era membro della  famiglia senatoriale degli Anici,  proprietari di vasti possedimenti in territorio campano.  Probabilmente la devozione dei Crispanesi,  nei confronti di Gregorio,  si deve anche al fatto che il territorio di Crispano è stato di  proprietà degli Anici.Nel 1269, come si evince da una donazione di Carlo I D’Angiò, fu uno dei primi centri urbani ad assaggiare l’arretrato e vessatorio feudalesimo angioino, feudalesimo che continuò anche con le dominazioni successive e terminò solo con l’intervento di  Gioacchino Murat con l’istituzione dell’attuale comune

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